PROLOGO

Negli ultimi mesi, inevitabilmente, siamo stati concentrati sulla vertenza interna. Ciononostante non abbiamo smesso, anche grazie al costante contributo di tutti voi, di porre attenzione a quel che riguarda lavoratrici e lavoratori, consapevoli che quanto avviene da noi è effetto delle politiche economiche, sociali e istituzionali definite a livello nazionale ed internazionale.

Abbiamo pensato di mandare delle comunicazioni a puntate per sottoporre all’attenzione di tutti alcune informazioni che chiariscono le prospettive che ci aspettano. Lo facciamo semplicemente mettendo in fila alcune notizie che a nostro avviso sono “naturalmente” connesse nel progetto di impoverimento delle lavoratrici e dei lavoratori per accrescere sempre più profitti e rendite. Questo anche perché le nostre testate giornalistiche, oltre che nascondere le notizie che evidenziano questi processi, soffrono di un congenito provincialismo che le porta a soffermarsi su scandali sessuali e beghe di palazzo piuttosto che evidenziare le decisioni ed i fatti che condizionano le nostre vite.

“Nella vita ci sono le cose vere e le cose supposte: le cose vere le mettiamo da parte per il momento… ma le supposte… dove le mettiamo le supposte?” (Totò)

Ci eravamo lasciati con la domanda su quali siano le attuali relazioni sindacali in Italia.Era naturalmente una domanda retorica visto che tutti e tutte noi viviamo direttamente sulla nostra pelle – nei rinnovi dei CCNL come negli accordi interconfederali, nella repressione degli scioperi come nella costante diffusione dei tagli al salario e ai posti di lavoro (CIGC, CDS, mobilità, licenziamenti nel Pubblico Impiego….), nella disdetta degli accordi integrativi – una condizione di totale subalternità (e siamo buoni!) delle OO. SS. ai voleri dei padroni e delle istituzioni della finanza internazionale.

E’ in questo quadro che ci vogliamo soffermare sul recente accordo interconfederale sulla rappresentanza che, come abbiamo già sottolineato nel dibattito assembleare, sancisce la volontà di CGIL-CISL-UIL (da ultimo si è aggiunta anche l’UGL) e Confindustria di assicurarsi il monopolio della rappresentanza dei lavoratori impedendo a chi è in disaccordo con le loro scelte di scioperare, autorganizzarsi e lottare.

I punti essenziali dell’accordo prevedono:

–        Un meccanismo contorto e subordinato alle politiche padronali per misurare la rappresentatività delle varie organizzazioni sindacali presenti in una categoria;

–        La possibilità di indire in un’azienda le elezioni della rappresentanza sindacale unitaria solo con l’assenso di tutte e tre le OO.SS. (CGIL-CISL e UIL). E’ sufficiente che una delle tre non sia d’accordo per bloccare le elezioni;

–        la possibilità per un contratto aziendale di andare in deroga (in peggio) non solo ai contratti nazionali ma anche alle leggi;

–        La subordinazione dei delegati e delle delegate eletti alle OO. SS. di appartenenza anziché ai lavoratori che li hanno eletti;

–        Il divieto di sciopero per i lavoratori e le lavoratrici che dissentono dagli accordi raggiunti in sede aziendale e approvati dalle OO. SS. maggioritarie.

Per la puntuale analisi del testo dell’accordo vi rinviamo all’allegato articolo scritto dalla Rete 28 Aprile, componente di minoranza della CGIL. Fra i tanti documenti prodotti sull’argomento abbiamo scelto questo proprio perché proviene direttamente dall’interno dei sindacati confederali e, seppure non condividiamo alcune conclusioni dello stesso, crediamo che renda più inoppugnabili le critiche che esprimiamo.

Insomma come dice il documento allegato della Rete 28 Aprile (CGIL) “Una volta si diceva i lavoratori devono decidere tutto, con questo accordo decidono tutto CGIL CISL UIL dopo aver tutto concordato con i padroni.”

Aggiungiamo noi: le aziende hanno sempre utilizzato molti modi per non rispettare gli accordi firmati e  quando si raggiungeva un accordo in un posto di lavoro dovevano essere i lavoratori a spingere per rendere tale accordo esigibile; oggi sono le aziende che pretendono l’esigibilità degli accordi: questo è sufficiente a spiegare l’involuzione delle relazioni sindacali in Italia e a dare l’idea di quali fantastici accordi si andranno a firmare.

ULTIM’ORA, COME VOLEVASI DIMOSTRARE:  proprio mentre stavamo per inviare questa supposta abbiamo appreso che ieri il presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi, Roberto Alesse nella sua Relazione al Parlamento sull’attività dell’Autorità ha spiegato che potrebbe essere opportuno che i contenuti dell’intesa tra sindacati e imprese sulle nuove regole per definire la rappresentanza “vengano, in qualche modo, blindati per il tramite di un intervento del legislatore da concertare con le Confederazioni firmatarie”.

Ma questi processi quale condizione materiale producono per lavoratori e lavoratrici, pensionati/e, disoccupate e disoccupati?

 

Alla prossima supposta per trovare qualche risposta….

 

Lavoratrici e Lavoratori Autorganizzati ACI Informatica

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