PROLOGO

Negli ultimi mesi, inevitabilmente, siamo stati concentrati sulla vertenza interna. Ciononostante non abbiamo smesso, anche grazie al costante contributo di tutti voi, di porre attenzione a quel che riguarda lavoratrici e lavoratori, consapevoli che quanto avviene da noi è effetto delle politiche economiche, sociali e istituzionali definite a livello nazionale ed internazionale.

Abbiamo pensato di mandare delle comunicazioni a puntate per sottoporre all’attenzione di tutti alcune informazioni che chiariscono le prospettive che ci aspettano. Lo facciamo semplicemente mettendo in fila alcune notizie che a nostro avviso sono “naturalmente” connesse nel progetto di impoverimento delle lavoratrici e dei lavoratori per accrescere sempre più profitti e rendite. Questo anche perché le nostre testate giornalistiche, oltre che nascondere le notizie che evidenziano questi processi, soffrono di un congenito provincialismo che le porta a soffermarsi su scandali sessuali e beghe di palazzo piuttosto che evidenziare le decisioni ed i fatti che condizionano le nostre vite.

“Nella vita ci sono le cose vere e le cose supposte: le cose vere le mettiamo da parte per il momento… ma le supposte… dove le mettiamo le supposte?” (Totò)

 

Ci eravamo lasciati con la domanda se l’assenza di dibattito sulla Spending Review nei principali mass media indicasse che è cambiata la politica di austerity dei nostri governanti, per rispondere andiamo a leggere un articolo pubblicato lo scorso 19 giugno sul Sole24Ore (allegato). Scopriamo così che è intenzione del Governo continuare la spending review solo che di fronte a loro c’è un problema, evidenziato anche dall’enorme astensionismo dell’ultima tornata elettorale: il governo in carica è estremamente debole e dunque non in grado di operare tagli alla Monti e fronteggiare le inevitabili proteste che si produrrebbero. Nascondere le proprie responsabilità dietro la nota frase “Ce lo chiede l’Europa o il Mercato” non sempre è sufficiente a giustificare la repressione di chi si oppone.Ecco allora la “furba” proposta che il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia ha rivolto ai presidenti delle altre commissioni e alla presidente della Camera Laura Boldrini, che ha chiesto a Boccia di presentarla ufficialmente tra 7-10 giorni. Boldrini ne parlerà con il presidente del Senato Pietro Grasso.L’obiettivo è l’istituzione di un Comitato bicamerale per la revisione della spesa pubblica composto da deputati e senatori delle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Ma perchè questo dovrebbe risolvere i problemi del Governo ce lo spiega lo stesso esponente del Pd nell’articolo citato: creiamo una bicamerale per la spending review che prepari i tagli da inserire nella legge di stabilità autunnale, in questo modo «Al momento di mettere mano alla Legge di stabilità il governo avrà così, comparto per comparto, già l’opinione del Parlamento su che cosa è “superfluo”. Insomma, una volta che i partiti presenti nelle varie commissioni avranno individuato i tagli possibili sarà poi più difficile protestare fuori.”Ecco sciolto l’arcano, non si tratta di investire il paese di un dibattito sulla spesa pubblica e lo stato sociale ma semplicemente di annacquare e mascherare le responsabilità così da rendere, si illudono Loro, più difficile la costruzione di lotte e iniziative contro le politiche di  austerity.

Il precedente governo Monti, lo sappiamo tutti, è stato sonoramente bocciato dall’esito elettorale di febbraio; il nuovo Governo ha forse imparato qualcosa da questa bocciatura realizzando provvedimenti in rottura con questo recente nefasto passato?

 

 

Alla prossima supposta per trovare qualche risposta….

 

Lavoratrici e Lavoratori Autorganizzati ACI Informatica

Pin It on Pinterest

Share This