Il 12 aprile ci sarà a Roma una grande manifestazione nazionale dei movimenti che si battono contro le politiche di austerity e tagli che ormai da oltre 5 anni colpiscono le nostre condizioni di vita e di lavoro.

In piazza ci saranno quei movimenti che contrastano le devastazioni ambientali (No Inceneritori e discariche, No TAV, No Muos, per l’acqua pubblica e non inquinata, ecc.); quelli che rivendicano nuove politiche abitative per rispondere al sempre più diffuso fenomeno dell’assenza di reddito per acquistare o affittare a prezzi di mercato; quelli che lottano contro i tagli alla sanità e tanti altri.

Noi con altre realtà nazionali vogliamo portare in piazza gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori per salari dignitosi, contro le politiche di precarizzazione, per la difesa delle aziende pubbliche dai progetti di smantellamento e privatizzazione, per condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, per la democrazia in fabbrica, insomma tutte quelle rivendicazioni che in questi anni hanno caratterizzato la nostra azione politico/sindacale.

Il momento è particolarmente grave giacché dietro la cortina fumogena degli annunci mediatici in realtà il governo Renzi – in piena continuità con i precedenti di Berlusconi, Monti e Letta – continua a taglieggiare i lavoratori per garantire profitti e rendite a industriali, banchieri e capitale finanziario. Fanno finta di voler cambiare le politiche europee ma non dicono una parola sul fiscal compact, quell’infernale meccanismo che imporrà tagli di oltre 50 miliardi l’anno per 20 anni a partire dal 2015 e che se applicato distruggerà completamente la Pubblica Amministrazione ed i servizi sociali. Intanto non passa giorno senza che interventi propagandistici sui mass media e, cosa più grave, interventi legislativi (dal cosiddetto salva Roma alla proposta di legge BASSO (PD): “Modifiche agli articoli 23-bis e 23-ter del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e altre disposizioni in materia di trattamenti economici erogati dalle pubbliche amministrazioni nonché di compensi degli amministratori e dei dipendenti delle società controllate dalle medesime”) colpiscano le società in house. Sul piano diretto del lavoro siamo invece immersi nella realizzazione del cosiddetto job act che altro non è che l’ennesimo intervento volto a renderci sempre più poveri e ricattabili, come?

Con un insieme di provvedimenti disposti non organicamente in modo da non rendere immediatamente visibile il progetto ma scaglionati nel tempo, quali sono questi provvedimenti?

1)   Partiamo da quello che viene utilizzato continuamente per far credere che con Renzi si cambia registro, lo sgravio fiscale. In cosa consisterà (quando verrà effettivamente realizzato) sostanzialmente in una riduzione della tassazione a favore delle imprese ed una contemporanea riduzione per i redditi medio bassi (non è stata ancora indicata ma dovrebbe attestarsi fra i 15 e i 28 mila € annui); peccato che contemporaneamente si sta revisionando il sistema delle detrazioni ed è prevista l’abolizione della detrazione per coniuge a carico, il che significa per quegli stessi scaglioni di reddito di un taglio dello stipendio mediamente di circa 65 euro al mese. Questo senza contare che questa operazione verrà finanziata con la spending review quindi con il taglio dei servizi ed i licenziamenti, persino nel Pubblico Impiego;

2)   Il decreto già entrato in vigore che liberalizza l’uso dei contratti a termine (alzando da 12 a 36 mesi la loro durata, consentendo di rinnovare questo tipo di contratti fino a 8 volte, ed eliminando la causale, ovvero l’obbligo per il padrone di spiegare il perché della temporalità del rapporto di lavoro) ed elimina ogni vincolo ai contratti di apprendistato (che prevedono un salario inferiore di 2 livelli retributivi a parità di mansioni e dove è stato tolto l’obbligo di assunzione al termine dell’apprendistato) così avremo gli apprendisti a vita;

3)   La revisione degli ammortizzatori sociali con il drastico taglio della cassa integrazione speciale e l’eliminazione della cassa integrazione in deroga, il tutto sull’onda della riforma Fornero sostituito dall’ASPI (sussidio di disoccupazione) un po’ più esteso nel tempo ma che prevede la sua sospensione qualora il disoccupato rifiuti per 2 volte una proposta di lavoro fosse anche lontano centinaia di chilometri dalla sua sede di residenza o con un salario inferiore alla metà dell’aspi (il che facendo 2 calcoli vuol dire mediamente circa 300 € al mese) o a tempo determinato o tutte queste cose insieme. Insomma sei una merce alla mercè di qualunque padrone;

4)   Dulcis in fondo non poteva mancare un intervento per ridurre ulteriormente l’efficacia dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori a tutela dei licenziamenti, ammesso che dopo questa mattanza esistano ancora dei contratti a tempo indeterminato.

Insomma pur se questo elenco è carente, ci vorrebbe un libro anche solo per elencarli tutti, crediamo sia sufficiente a mostrare quale è la prospettiva che ci spetta all’orizzonte. Fatti in via di realizzazione ma che si dispiegheranno pienamente solo dopo le elezioni europee, quindi in piena estate, per evitare catastrofi elettorali al PD (di fatto unico partito rimasto).

Ci sembra dunque che ci siano molte ragioni per scendere in piazza ed esprimere la nostra rabbia e determinazione contro chi ci vuole poveri, disperati e sottomessi.

 

AUTORGANÌZZATI E LOTTA PER TUTELARE LE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO

 

P.S. tanto per dare il segno di cosa è la propaganda vogliamo segnalare questo articolo del sole24ore http://www.entilocali.ilsole24ore.com/art/fisco-e-contabilita/2014-03-13/auto-asta-fino-risparmio-191727.php?uuid=AbzIS3TJ&fromSearch, nel quale si evidenzia che dal taglio delle auto blu l’80% dei risparmi derivano dal conseguente taglio del costo del lavoro

 

 

2 aprile 2’014 RSU Autorganizzati

Pin It on Pinterest

Share This