Come deciso nell’assemblea di venerdì scorso 19 ottobre, questa mattina ci siamo recati presso la sede dell’Aci di Via Marsala per consegnare la richiesta di incontro ai vertici dell’Aci (approvata all’unanimità) viste le evidenti contraddizioni tra quanto dichiarato dalla Direzione di ACI Informatica a motivazione della disdetta degli accordi sindacali e quanto rappresentato dall’Amministrazione dell’Ente nell’incontro con noi avuto il 17 ottobre scorso.
Insieme alle tante lavoratrici ed ai tanti lavoratori di Aci Informatica presenti, come RSU abbiamo protocollato la richiesta di incontro, che alleghiamo.
Sempre come stabilito in assemblea abbiamo anche consegnato a mano la lettera di invito a partecipare ad un’assemblea in Aci Informatica alle organizzazioni sindacali dell’Aci, approvata nell’assemblea del 18 ottobre (anche questa in allegato).
I cinque sindacati dell’Aci a cui abbiamo consegnato la lettera – FP CIGL, FP CISL, UIL PA, CISAL FIALP e USB PI – si sono detti disponibili a partecipare a tale assemblea.
Pertanto nei prossimi giorni concorderemo insieme una data secondo le disponibilità e la comunicheremo a tutte e tutti.
Pochi minuti fa ci è giunta, come avrete intuito dal comunicato della Direzione, la lettera di formale disdetta degli accordi sindacali (che alleghiamo) che ovviamente non abbiamo accettato. In questa lettera si citano una serie di motivazioni a sostegno della decisione, delle quali non si comprende in nessun modo il legame con gli accordi sindacali a meno che non si voglia dire che la loro crisi la dobbiamo pagare noi. Allora una volta conclusa questa fase il passo successivo sarà inevitabilmente il licenziamento. Pertanto si conferma una scelta tutta politica ed in contrasto con gli interessi non solo dei lavoratori ma anche dell’ACI.
Nel comunicato della Direzione si citano le misure assunte con il piano triennale 2011-2013, vogliamo ricordarle:
– Dimissioni incentivate;
– Drastica riduzione delle trasferte e degli straordinari;
– Taglio alla retribuzione incentivata (MBO e simili);
– Diminuzione della partecipazione a fiere e mostre.
Come si vede tutte operazioni rivolte ai dipendenti (eccetto l’ultimo punto) e dunque anche volendo credere a ciò a cui non vi è ragione di credere (le parole della Direzione) lo scenario che ci si prospetta è facilmente definibile:
– Piano 2011-2013 taglio al monte salari attraverso misure “delicate”;
– Piano 2013 taglio drastico del salario e delle condizioni contrattuali presenti in azienda attraverso la disdetta degli accordi sindacali;
– …… Piano 2014…… LICENZIAMENTI
Questo è il trend a cui il management ci sta conducendo: sta a noi impedirlo!!!
Questa iniziativa della Direzione, già anticipata da noi nell’assemblea di venerdì, conferma il percorso già deciso in assemblea rispetto al quale continueranno le iniziative giorno per giorno.
In questo senso comunichiamo che è stato attivato sul sito www.autorganizzati.org il form attraverso il quale è possibile collaborare in forma anonima alla stesura del dossier su come spendono i soldi l’Aci e il management di Aci Informatica. Tale strumento si aggiunge all’indirizzo di posta elettronica già attivo info@autorganizzati.org e rsu@informatica.aci.it.
La RSU |
22 ottobre 2012 |
Clicca qui per vedere la richiesta d’incontro ai vertici ACI
Clicca qui per vedere la lettera ai sindacati di ACI
Clicca qui per vedere la lettera di disdetta degli accordi sindacali pag. 1
Clicca qui per vedere la lettera di disdetta degli accordi sindacali pag. 2
trovato su web….acinformatica o aci hanno a che fare con questa società?
ATTO SENATO
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07029
Dati di presentazione dell’atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 687 del 07/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: LANNUTTI ELIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 07/03/2012
Elenco dei co-firmatari dell’atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PARDI FRANCESCO ITALIA DEI VALORI 07/03/2012
Destinatari
Ministero destinatario:
• MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
• MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
• MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE
FINANZE delegato in data 07/03/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-07029
presentata da
ELIO LANNUTTI
mercoledì 7 marzo 2012, seduta n.687
LANNUTTI, PARDI – Ai Ministri dell’economia e delle finanze, dello sviluppo economico e del
lavoro e delle politiche sociali – Premesso che:
in data 26 gennaio 2012, risulta agli interroganti che alcuni lavoratori abbiano ricevuto una
raccomandata con avviso di ritorno dal titolo inequivocabile: risoluzione del rapporto di lavoro ai
sensi degli artt. 4, 5 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223, e collocazione in mobilità. La lettera,
firmata dall’amministratore unico di Getek Information Technology, dottor Lorenzo D’Ormea,
comunica che, a seguito della conclusione della procedura per la riduzione del personale,
dichiarazione di mobilità del 24 ottobre 2011, si è concluso l’esame congiunto presso la Regione
Lazio con la sottoscrizione di un verbale di mancato accordo con i sindacati; pertanto, a rettifica di
qualsiasi precedente comunicazione, il rapporto di lavoro è risolto con decorrenza ed efficacia dal
26 gennaio, ultimo giorno lavorativo per avvenuta conclusione della procedura per riduzione del
personale;
Getek Ict Srl, con sede a Roma via Benedetto Croce, è un’azienda del gruppo Gepin, che nasce a
fine anni ’70 ad opera di Gianclaudio Zavaroni il quale, dapprima con alcuni soci, poi da solo,
costruisce man mano una realtà industriale di centinaia di dipendenti con più sedi in Italia, orientata
alla fornitura di servizi e consulenze software. Dopo la sua morte nel 2001, per un tragico incidente,
prende le redini dell’azienda suo figlio Enzo Zavaroni. Le aziende principali del gruppo sono: 1)
Kenobi. È la capogruppo. Disbriga i servizi amministrativi e svolge il ruolo di procacciatore di
affari per le aziende operative. Ha pochissimi dipendenti (negli anni da 4 a 6). 2) Gepin generale per
l’informatica. Azienda storica del gruppo. Ha la sede principale a Roma ed è soprattutto operativa
nel software, definita per brevità Gepin GPI SpA. 3) Gepin Engineering. Nasce a Napoli per seguire
le commesse in Telecom/Telesoft. Successivamente si sposta anche a Roma con una filiale nella
capitale. La consistenza del personale e del volume di attività è analoga a quella di Gepin GPI. 4)
Fingepin. Era nata con l’idea di una finanziaria interna, ma in effetti il ruolo di holding è sempre
stato mantenuto da Kenobi. Anche Fingepin fornisce servizi di consulenza software, rimanendo con
pochissimi dipendenti fino alla liquidazione avvenuta nel 2007. 5) Datitalia Processing. Società di
servizi software attiva a Napoli a beneficio del Banco di Napoli. Dismessa dal nuovo proprietario
Sanpaolo di Torino, viene acquisita da Gepin Engineering nel 2002. Sarà incorporata nel 2003 in
Gepin Engineering, dalla cui fusione risulterà la Gepin Datitalia. Fin dal suo primo apparire nel
gruppo il soggetto Datitalia/Gepin Datitalia sarà impressionante teatro di massicce e frequenti
espulsioni di personale attraverso ripetute procedure di mobilità/cassa integrazione straordinaria. Si
parla di un’azienda che negli ultimi quattro anni ha dimezzato il numero dei suoi dipendenti (da
1.000 a poco più di 500). Un’azienda che nel corso dell’ultimo decennio ha cambiato tanti nomi e
ragioni sociali, ha creato e disfatto aziende controllate, si è fusa, incorporata, poi sfusa e scorporata,
ha portato i capitali in una azienda fittizia con sede nelle Azzorre, noto paradiso fiscale, ed è
accusata di aver sottratto al fisco italiano la bellezza di 70 milioni di euro, in un groviglio di fatti e
misfatti perpetrati ai danni dei lavoratori, del fisco e della società civile. Le quattro persone che nei
giorni scorsi sono uscite dal Ministero dello sviluppo economico sotto i fischi e gli applausi ironici
dei lavoratori in presidio per difendere il lavoro, erano esponenti del management aziendale della
Gepin SpA, quali Paolo Milior direttore del personale; Antonio Carannante direttore tecnico; Paolo
Prudente direttore della qualità; Marco Lana direttore del controllo di gestione, mentre erano
assenti, Enzo Zavaroni presidente, Massimo Bragazzi amministratore delegato;
considerato che:
il gruppo Gepin ha subito un’evoluzione societaria tra il 2002 ed il 2010 per trasferire quote
societarie ed effettuare manovre societarie fraudolente, che hanno portato all’impressionante debito
tributario di quasi 74 milioni di euro addossato alla Getek;
in particolare la struttura del gruppo Gepin nel 2003 era in capo a Kenobi, capitale 52.000 euro, in
mano ad Enzo Zavaroni con una quota del 66,66 per cento; ad Alessandra Zavaroni ed Agnese
Cabrini con quote del 16,67 per cento. Kenobi controllava Fingepin Srl, con 1.033.000 euro di
capitale al 100 per cento; Fingepin Srl controllva Gepin generale per l’informatica SpA (capitale
1.551.000 euro) con una quota dell’89,30 per cento, che a sua volta aveva una quota del 16 per
cento di Gepin Engineering SpA (capitale 2.080.00 euro), che controllava Datitalia Processing SpA,
con un capitale di 14.460.794 euro;
nel 2006 Kenobi con capitale di 300.000 euro cambia la forma societaria da Srl a SpA mantenendo
invariato l’assetto azionario e di controllo, saldamente in mano ad Enzo Zavaroni (66,66 per cento),
Agnese Cabrini ed Alessandra Zavaroni, con quote de 16,67 per cento ciascuna. Nel giugno 2007,
dopo che a fine 2006 Gepin Datitalia viene incorporata in Gepin GPI, che accorpa dunque tutte le
attività di software e diviene l’unica azienda operativa del gruppo, alla Kenobi Srl, con capitale
10.000 euro, detenute da Enzo Zavaroni per il 30 per cento ed Agnese Cabrini per il 10 per cento, si
aggiunge una finanziaria di diritto internazionale con sede a Madeira nelle Azzorre, noto paradiso
fiscale, la Kelsen LDA, con una quota del 60 per cento;
nel 2007-2008, la Fingepin viene liquidata con le attività ed il personale trasferiti alla Gepin GPI,
capitale sociale 3.550.000 euro, che cambia nome in Getek Information Tecnology Srl, che
diminuisce il capitale a 100.000 euro, la quale privata delle sue commesse e di gran parte dei
dipendenti, resta a lavorare come fornitore di manodopera su incarichi commissionati dalla Nuova
Gepin SpA. Nell’agosto 2008, nasce una nuova società denominata Gepin Management,con compiti
amministrativi con il trasferimento del personale Kenobi ed altri dipendenti alla Gepin
Managemente dove fa il suo ingresso Claudia Pulcini, con il 20 per cento del capitale di 100.000
euro. Nel 2009, la Getek Information Technology viene incorporata in Kenobi, che aveva maturato
un debito tributario di 35.598.400 euro, mentre la Getek It, sempre nel 2008 aveva maturato un
debito tributario di 38.054.805 euro. Getek Information Communication Technology Srl, matura
quindi un debito di 73.653.205 euro; le azioni di controllo della Gepin SpA, pari a 5.000.000 di
euro passano a Gepin Management, senza che risultino pagamenti, ma compensazioni a debito da
parte di Gepin Management che trova riscontro in un credito analogo da parte di Getek. Nella
primavera 2010, si registra la crisi, la cassa integrazione e la mobilità per i dipendenti del gruppo
Gepin Management Srl (capitale 100.000 euro), controllato da Enzo Zavaroni 80 per cento e
Claudia Pulcini 20 per cento, la Gepin SpA (capitale 5 milioni di euro), controllata al 90 per cento
da Zavaroni e 10 da Pulcini, mentre Kelsen Investimentos Servicos LDA controlla la Getek
Communication Technology che ha maturato oltre 73 miliardi di euro di debito tributario. Il gruppo
Gepin viene diviso in due tronconi, con la parte cattiva affidata ad una finanziaria di diritto
internazionale, la Kelsen, con sede in un paradiso fiscale, della quale non si possono conoscere né la
composizione del capitale né gli azionisti ed amministratori, mentre le aziende storiche come la
Kenobi e Gepin sono state così svuotate di tutte le attività, incorporate nella Getek. Ai coniugi
Zavaroni, per controllare una realtà patrimoniale con un giro di affari di decine di milioni di euro,
bastano 110.000 euro, ma non è dato sapere a chi verrà accollato il debito tributario e chi si dovrà
fare carico del destino dei lavoratori e del loro trattamento di fine rapporto,
si chiede di sapere:
se al Governo risulti quale tipo di vigilanza preventiva sia stata attivata dagli organi istituzionali
sugli intrecci societari descritti ed il trasferimento alla società Kelsen, con sede nel paradiso fiscale
di Madeira nelle Azzorre;
se risulti che Enzo Zavaroni abbia avuto rapporti di affari con la società Kelsen, e quale interesse
avrebbe avuto una società straniera nel rilevare un’azienda con soli debiti, priva di commesse e con
personale in esubero;
se risulti rispondente al vero che Enzo Zavaroni abbia accumulato un debito fiscale, apparentemente
rilevato dalla Kelsen, per 73 milioni di euro, e quali procedure siano state attivate per il recupero;
quali misure urgenti intenda adottare per salvaguardare i diritti dei lavoratori di Getek a Napoli e a
Roma, privati delle loro commesse e che non ricevono più incarichi dalla “nuova” società Gepin, e
per impedire che intrecci societari come quelli descritti possano falcidiare posti di lavoro e gravare,
anche con debiti tributari, sulla fiscalità generale.
(4-07029)