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Il 7 febbraio viene firmato il Trattato di Maastricht, o Trattato dell'Unione europea, dai dodici paesi membri dell'allora Comunità Europea, entrato poi in vigore il 1º novembre 1993.
Il Trattato definisce i vari passi dell’unione ma ha un percorso combattuto. La Danimarca prima lo boccia e poi lo ratifica. La Francia lo approva a stretta maggioranza. La Gran Bretagna ottiene di decidere quali innovazioni accogliere e quali no (Europa a due velocità), fino ad arrivare alla recente brexit. Prima del passaggio alla moneta unica una tempesta monetaria ha attaccato Italia, Gran Bretagna e Spagna.
Tutt’oggi molti si interrogano sui reali vantaggi dell’unione, in nome della quale è in atto un vero e proprio saccheggio delle risorse pubbliche degli stati membri.
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Il 17 febbraio a Milano il socialista Mario Chiesa viene arrestato dopo aver ricevuto una tangente di 7 milioni di lire. È il primo atto dell'inchiesta Mani pulite che segna l'inizio di Tangentopoli. Dopo l'arresto gli inquirenti scoprono diversi conti bancari in Svizzera, con diversi miliardi di lire intestati alla sua segretaria. Dopo cinque settimane di carcere Chiesa decide di parlare, e lo fa per una settimana.
Le indagini mettono in luce un sistema di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti ai livelli più alti del mondo politico e finanziario italiano. Una rivoluzione nella scena politica italiana con partiti storici come la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista Italiano, il PSDI, il PLI che sparirono o vengono fortemente ridimensionati. Si parla di Seconda Repubblica.
Decine gli arresti di noti esponenti politici, coinvolti ministri, deputati, senatori, imprenditori ed ex Presidenti del Consiglio.
Il clima antipolitico conseguente permetterà di introdurre il sistema elettorale maggioritario, di creare il primo governo “tecnico” con l’incarico di primo ministro al governatore della Banca d’Italia Azelio Ciampi e di aprire la strada all’entrata in politica di Berlusconi.
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Il 3 marzo Rodney King, un tassista afroamericano, si consegna alla polizia di Los Angeles al termine di un inseguimento. Nonostante non fosse armato viene picchiato brutalmente dai poliziotti. Un videoamatore riprende la scena dalla sua casa e il video viene trasmesso in televisione. Al processo, il 29 aprile, i quattro poliziotti vengono tutti assolti e si scatena la rivolta della comunità afroamericana.
La città viene messa a ferro e fuoco. Il Presidente degli Stati Uniti, George H. W. Bush, decide la linea dura “per restaurare l'ordine”: 13.500 forze impiegate tra Guardia Nazionale, Agenzie Federali, Polizia Militare e Marines. Il 4 maggio la sommossa è sedata ma con conseguenze enormi: 54 morti, 2000 feriti, 3600 incendi, 1100 edifici distrutti, 1 miliardo di dollari di danni.
La rivolta di Los Angeles si aggiunge alla sequenza storica di sommosse a sfondo razziale: Watts 1965 (34 morti), Newark 1967 (26 morti), Detroit 1967 (43 morti), varie città dopo l'assassinio di Martin Luther King nel 1968 (46 morti), Miami 1980 (18 morti).
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Il 23 maggio 400 kg di tritolo esplodono sull'autostrada che collega Palermo all'aeroporto di Punta Raisi proprio nel momento in cui passano il giudice Falcone, sua moglie e la scorta. La prima blindata del corteo viene investita in pieno e sbalzata a più di cento metri di distanza, uccidendo sul colpo tre agenti della scorta. La seconda auto, quella di Falcone, si schianta contro il muro di cemento e detriti improvvisamente innalzatisi per via dello scoppio, proiettando violentemente Falcone e la moglie, che non indossavano le cinture di sicurezza, contro il parabrezza.
Il processo individuerà, grazie a dei collaboratori, i mandanti materiali in Cosa Nostra condannando, tra gli altri, Salvatore Riina. Non si scoprirà mai l'identità della fonte che aveva comunicato alla mafia la partenza di Falcone da Roma e l'arrivo a Palermo.
Un secondo filone d'indagine cercherà di trovare eventuali suggeritori o concorrenti esterni all'organizzazione mafiosa (i “mandanti occulti"), senza successo. Le indagini ipotizzeranno un interesse di ambienti politico-imprenditoriali di evitare lo sviluppo delle indagini sul filone "mafia e appalti".
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Il 19 luglio una Fiat 126 rubata, contenente 90 kg di esplosivo, esplode in via D'Amelio 21, lasciando uno scenario di guerra: decine di auto distrutte, altre in fiamme, proiettili che esplodono da soli, gente che urla, corpi orrendamente dilaniati. Muoiono il giudice antimafia Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta.
I processi, protratti fino al 2012, hanno individuato in Cosa Nostra il mandante materiale dell’omicidio, gli stessi della strage di Capaci, in un unico disegno criminale.
Verranno anche aperte tre indagini parallele. La prima, in comune con la strage di Capaci, per trovare mandanti occulti e connessione tra mafia e appalti, senza successo. La seconda sulla scomparsa dell'agenda del giudice Borsellino, trafugata dal capitano dei carabinieri Arcangioli che dichiarerà di averla consegnata ai giudici Teresi e Ayala. Ma il processo si concluderà con un nulla di fatto. La terza su una presunta trattativa Stato-mafia, anche questa finita nel nulla.
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L’anno è caratterizzato dalle stragi mafiose e dai problemi della lira nello Sme. Viene incaricato Giuliano Amato di guidare il Governo, che decise di far pagare a Lavoratrici e Lavoratori il costo della crisi italiana.
Nella notte tra il 29 e il 30 luglio Amato convoca le parti sociali e chiede l’abolizione della Scala Mobile (un meccanismo di adeguamento automatico dei salari all’inflazione, nato per recuperare il potere di acquisto dei salari), il blocco della contrattazione fino al 1993 e l’avvio di un confronto per la riforma di contratti e rappresentanza, con l’obiettivo di bloccare i salari e le eventuali proteste dei lavoratori.
Bruno Trentin, segretario della Cgil, nonostante la segreteria fosse contraria firma l’accordo insieme alle altre OOSS e presenta le dimissioni dalla Cgil, andandosene in ferie. Poi anche la Cgil si è accodata.
La protesta nelle piazze fu enorme, ma i sindacati organizzarono una pesante repressione nelle manifestazioni insieme alle forze dell’ordine. Una delle pagine più nere italiane, dove la rabbia dei lavoratori fu repressa dalle stesse organizzazioni che affermavano di difenderne gli interessi.
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Nonostante il Trattato di Maastricht preveda l'adozione della moneta unica entro la fine del decennio, tra il 2 e il 20 settembre alcune monete, tra cui la Lira italiana, sono colpite da una tempesta valutaria.
Ancora non esisteva l’Euro ma una valuta di riferimento, l’ECU, a cui le varie valute nazionali dovevano stare agganciate, entro una percentuale di scostamento non superiore al 3% per alcune e 5% per altre, fra cui la lira.
Il direttore della Banca d’Italia, Carlo Azelio Ciampi, brucia le riserve in un’ostinata difesa di una parità monetaria insostenibile. La lira tracolla e perde il 40% del suo valore rispetto al marco tedesco e esce dal Sistema Monetario Europeo.
I costi verranno scaricati su di noi, con una legge finanziaria da 93.000 miliardi di tasse e un prelievo forzato del 6 per mille su tutti i conti correnti bancari italiani. Inoltre vengono privatizzate quattro importanti aziende pubbliche, ENEL, ENI, INA e IRI.
Ciampi verrà “premiato” come capo del governo prima e dello stato poi.
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Nel 1633, Galileo Galilei venne obbligato dalla chiesa ad abiurare oppure sarebbe stato ucciso.
Qual era il suo crimine? Quello di sostenere le teorie copernicane, nelle quali si affermava che la terra gira intorno al sole. Per la chiesa era inaccettabile perché le Scritture parlavano chiaro: era il sole che girava intorno alla terra. Ah la fede!
Nel 1981 il Vaticano avvia una commissione che termina i suoi lavori il 31 ottobre 1992, affermando che la condanna del 1633 fu ingiusta. Ma la colpa era di Galileo che sosteneva una teoria radicalmente rivoluzionaria senza fornire prove scientifiche sufficienti. Proprio così.