PROLOGO

Negli ultimi mesi, inevitabilmente, siamo stati concentrati sulla vertenza interna. Ciononostante non abbiamo smesso, anche grazie al costante contributo di tutti voi, di porre attenzione a quel che riguarda lavoratrici e lavoratori, consapevoli che quanto avviene da noi è effetto delle politiche economiche, sociali e istituzionali definite a livello nazionale ed internazionale.

Abbiamo pensato di mandare delle comunicazioni a puntate per sottoporre all’attenzione di tutti alcune informazioni che chiariscono le prospettive che ci aspettano. Lo facciamo semplicemente mettendo in fila alcune notizie che a nostro avviso sono “naturalmente” connesse nel progetto di impoverimento delle lavoratrici e dei lavoratori per accrescere sempre più profitti e rendite. Questo anche perché le nostre testate giornalistiche, oltre che nascondere le notizie che evidenziano questi processi, soffrono di un congenito provincialismo che le porta a soffermarsi su scandali sessuali e beghe di palazzo piuttosto che evidenziare le decisioni ed i fatti che condizionano le nostre vite.

“Nella vita ci sono le cose vere e le cose supposte: le cose vere le mettiamo da parte per il momento… ma le supposte… dove le mettiamo le supposte?” (Totò)

 

Ci eravamo lasciati con la domanda su quali condizioni materiali producono per lavoratori e lavoratrici, pensionati/e, disoccupate e disoccupati le politiche di austerity e riduzione degli spazi di democrazia.Prima di fornire spunti per rispondere a questa domanda ancora un esempio delle politiche di austerity.Infatti la spending review non si è mai fermata e l’Italia rischia sempre più di finire come la Grecia.

Nel pacchetto della spending review montiana è prevista la norma che obbliga tutti gli enti pubblici a verificare i propri organici e indicare eventuali esuberi.

La ricognizione è terminata e, udite udite, nella pubblica amministrazione sono risultati 7.800 esuberi (alleghiamo articolo).

Non solo: entro fine mese le varie P.A. dovranno decidere della sorte del loro personale “in eccesso”,  perché se per alcune date stabilite dalla spending review è stata concessa una proroga (come per il caso del famigerato articolo 4 sulle in house) per questa norma nessuna proroga è stata concessa.

Due le strade previste: pensionamento per i “fortunati” che avevano raggiunto i requisiti prima della riforma Fornero. Per gli altri è prevista una mobilità di due anni a stipendio ridotto (dall’80% al 50% dell’attuale percepito) in cui il lavoratore dovrà essere ricollocato in altra amministrazione pubblica in cui serve personale (ma quale sarebbe se ci sono 7.800 esuberi?). In assenza di ricollocamento ci sarà il licenziamento.

Il Ministro della Funzione pubblica ci rassicura sul fatto che per gestire la situazione si sta cercando un accordo con i sindacati; la cosa non ci rassicura affatto visto che i sindacati hanno dato e continuano a dare prova (da ultimo con la firma dell’accordo sulla rappresentanza) di supportare gli interessi dei padroni e non certo quelli delle lavoratrici e dei lavoratori.

Peraltro nell’allegato articolo del sole 24 ore anche l’Aci è citata “en passant” come ente in cui risulterebbero esuberi.

E’ curioso (si fa per dire) constatare che anche quest’anno si decideranno cose molto importanti sulla nostra testa in un mese in cui lavoratrici e lavoratori sono meno attenti a ciò che succede loro intorno.

In Grecia, una nazione ad un passo da noi e che fa parte della ‘nostra’ Europa, il disastro sociale che ha ridotto la popolazione in uno stato di povertà e il Paese ad essere declassato a ‘Paese in via di sviluppo’ è iniziato proprio con il licenziamento dei lavoratori statali, con la scusa degli sprechi e della corruzione, ma con il vero obiettivo di abbattere il costo del lavoro attraverso l’impoverimento della popolazione (sempre più persone sono sotto la soglia di povertà, per i problemi di salute si rivolgono agli ambulatori autogestiti dalle lavoratrici e dai lavoratori della sanità e alle strutture di emergenza per immigrati allestite dalle ONG che operano nel Paese, mangiano nelle mense dei poveri, sempre più bambini risultano malnutriti).

L’Europa può permettersi che anche l’Italia si riduca in questa condizione socio/economica?

 

 

Alla prossima supposta per trovare qualche risposta….

p.s. Nella scorsa supposta avevamo denunciato l’accordo sulla rappresentanza dello scorso 31 maggio. In aggiornamento vogliamo segnalare che il 13/7/2013 “La Corte costituzionale, nell’odierna camera di consiglio, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 19, 1° c. lett. b) della legge 20 maggio 1970, n. 300 (c.d. “Statuto dei lavoratori”) nella parte in cui non prevede che la rappresentanza sindacale aziendale sia costituita anche nell’ambito di associazioni sindacali che, pur non firmatarie di contratti collettivi applicati nell’unità produttiva, abbiano comunque partecipato alla negoziazione relativa agli stessi contratti quali rappresentanti dei lavoratori dell’azienda”. Questa sentenza seppur indirettamente avrà effetti anche sull’accordo del 31/5 e pertanto aspettiamo la pubblicazione delle motivazioni della Consulta per valutare appieno l’effetto di tale sentenza.

p.s.2 Cogliamo l’occasione per informare lavoratrici e lavoratori che ACI Informatica ha assegnato alla società NTT Data Italia SpA il “Progetto di riorganizzazione di ACI Informatica” come si evince dall’allegato documento estratto dal sito www.informatica.aci.it

 

Lavoratrici e Lavoratori Autorganizzati ACI Informatica

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